- Autore: Veronica Iurlaro
- Il 10 ago, 2021
- In Spiagge
Le misteriose e affascinanti Isole Cheradi
Due piccole gemme di selvaggia bellezza emergono dalle acque del mare di Taranto: le Isole Cheradi, un paradiso incontaminato, fatto di equilibri naturali e mare limpido, per anni sottovalutato e trascurato.
L’arcipelago delle Cheradi è costituito dalle due Isole di San Pietro e San Paolo, un tempo comprendeva anche l’isoletta di San Nicolicchio ubicata in prossimità di Punta Rondinella, oggi scomparsa a causa dei lavori di allargamento del porto mercantile.
In quanto proprietà della Marina Militare le isole sono state per anni inaccessibili, solo pochi anni fa infatti l’Isola di San Pietro è stata in parte aperta al pubblico, mentre l’Isola di San Paolo, nonostante sia meravigliosa sia dal punto di vista naturalistico che da quello culturale grazie alla presenza dei bastioni napoleonici e dei reperti archeologici e, ricca di storia e accadimenti, versa in uno stato di totale abbandono.
Dove andare al mare vicino a Taranto?
La costa del Golfo di Taranto offre da Ginosa Marina sino a Torre Colimena, numerose e meravigliose spiagge che alternandosi tra distese di sabbia bianca e bassa scogliera si spartiscono un mare cristallino; l’apertura dell’Isola di San Pietro ha regalato ai turisti una nuova e suggestiva meta in cui andare al mare, con una flora, una fauna, dei colori e dei profumi tutti da scoprire.
Il divieto di approdo e di sbarco della Marina Militare ha preservato il ricco ecosistema e l’incredibile bellezza dell’Isola di San Pietro che si è rivelata una vera e propria oasi naturalistica popolata da diverse specie di uccelli come la quaglia, il barbagianni, la tortora, il gheppio, il martin pescatore e la beccaccia di mare.
La spiaggia, attrezzata con lettini, ombrelloni e un bar, è ampia e di sabbia sottile, in questo tratto di mare l’acqua è limpida e, i fondali bassi, con sabbie fini e vaste praterie di Poseidonia e Zostera nelle quali si nascondono ricci, stelle marine, spugne, svariate specie di pesci e prelibati tartufi di mare, si prestano tantissimo allo snorkeling.
In quest’area spesso i delfini danno il benvenuto ai turisti, ma è possibile avvistare anche capodogli, tartarughe, squali e tonni rossi.
Una grande pineta nella quale sono presenti due aree pic-nic si scorge oltre la spiaggia; un polmone verde caratterizzato da una grande presenza di alberi di leccio, querce, platani e palme che offrono riparo nei giorni più caldi e afosi; nella stagione di fioritura si possono ammirare anche numerosi fiori e piante officinali.
Un tempo vaste aree dell’isola erano destinate alla coltivazione: durante la colonizzazione dei monaci basiliani vi furono piantati alberi di ulivo e successivamente alla costruzione della Masseria del Capitolo nel XVIII secolo, alberi di fichi e grano, ma con l’avvento della Grande Guerra prima e l’occupazione della Marina Militare dopo, ogni tipo di attività agricola fu abbandonata e vi fu piantata l’odierna pineta.
Dove si trovano le Isole Cheradi?
Le Isole Cheradi si trovano nel Mar Ionio, chiudono a sud-ovest la darsena del Mar Grande di Taranto e sono vicinissime alla costa.
Come raggiungere le Isole Cheradi?
L’Isola di San Pietro può essere raggiunta tramite il servizio di idrovie di Kyma Mobilità Amat in circa quaranta minuti durante i quali sarà possibile ammirare il ponte girevole e il Castello Aragonese.
Il biglietto, prenotabile sul sito dell’azienda municipalizzata di trasporto, ha un costo di 11,40 euro a persona e comprende la permanenza presso lo stabilimento balneare della Marina Militare, i bambini fino a sei anni viaggiano gratis e ogni quattro utenti vengono assegnati un ombrellone e due sdraio.
Dal mercoledì alla domenica le motonavi effettuano giornalmente sei corse A/R, con partenza all’andata da Piazzale Democrate e partenza al ritorno dall’Isola San Pietro; nelle giornate di lunedì e martedì, per consentire la sanificazione anti Covid-19, le corse A/R sono invece ridotte a tre.
Per evitare il sovraffollamento in spiaggia, ad ogni corsa di andata scelta dall’utente viene automaticamente associata la corrispondente corsa di ritorno.
Al momento dell’imbarco sulla motonave occorrerà esibire un documento di identità poiché i biglietti sono nominativi.
Le isole di San Pietro e Paolo
Le isole sono state abitate dai Fenici, Greci e Romani e diversi nomi gli sono appartenuti durante le varie epoche.
Anticamente erano chiamate Elettridi dai Greci, si ipotizza in onore di Elettra la figlia di Poseidone, molto venerato a Taranto, ma il ritrovamento di monili in ambra nel territorio circostante lascia pensare che il nome sia da imputare all’elettro (ambra) presente nelle sue folte pinete.
L’Isola di San Paolo era nota come Elettra, mentre L'Isola di San Pietro, per via dei folti boschi era chiamata Phoebea in onore della dea Artemide.
A dare loro il nome di “Isole Cheradi” dal greco Choiràdes che significa promontorio, fu lo storico Tucidide.
Durante il Medioevo, con l’avvento del Cristianesimo, le due isole di San Pietro e Paolo vennero chiamate rispettivamente Santa Pelagia e Sant’Andrea come le chiese edificate in loro onore; queste ultime favorirono lo sviluppo di piccoli villaggi con una presenza talmente alta di pescatori tanto da rendere rinomate le isole per la pesca.
Nel 1594 le isole furono occupate da 100 navi saracene e utilizzate come base di appoggio per le loro incursioni sul territorio pugliese, ma nella Battaglia del fiume Tara le forze cristiane sconfissero i saraceni riconquistando le coste ioniche.
Verso la fine del Settecento, Napoleone Bonaparte fece edificare sull'Isola di San Paolo il Forte de Laclos, così chiamato in onore del Generale d'Artiglieria Pierre Choderlos de Laclos morto a Taranto e sepolto, nel 1803, nella piazza d’armi interna al forte.
Con l’Unità di Italia, le isole furono sottoposte all'attenzione delle autorità marittime e passate dai beni del Capitolo, ai quale appartenevano anticamente, a quelli del Regno e sull’Isola di San Paolo fu costruito un faro per guidare i naviganti nel Mar Grande.
In seguito alla costruzione della base navale di Taranto, nel XIX secolo, le isole divennero il punto centrale delle opere di difesa della base navale ionica.
Sull’Isola di San Pietro fu realizzata l’omonima Batteria, demolendo parte del forte napoleonico e spostando il faro, mentre sull’Isola di San Paolo furono costruite, tra il 1883 ed il 1901, la Batteria Ammiraglio Aubry e la Torre Corazzata Vittorio Emanuele II realizzata dal tenente del Genio Emilio Marrullier.
Le antiche costruzioni militari usate durante la Seconda Guerra Mondiale per difendere la città di Taranto, sono ancora presenti sulle Isole Cheradi, ma ne restano solo rovine inglobate nel verde e nel profumo della macchia mediterranea.